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Enografia,  vini e cantina

Il Barolo Vino aristocratico

IL BAROLO

« È vino quanto mai repubblicano e democratico e spinge gli uomini ad abbracciarsi teneramente allo stesso livello, sia sopra che sotto la tavola ».
Questo dice del Barolo lo scrittore Umberto Calosso.

E ha ragione, solo da questo punto di vista però, perché per quanto riguarda il suo sapore e il suo profumo questo vino è uno dei più aristocratici. Prodotto con uva nebbiolo, il Barolo proviene da una ristretta zona del Piemonte e più precisamente dai paesi di Barolo, Castiglione Falletto, Grinzane Cavour, La Morrà, Monforte di Alba, Verduno. E’ vino adatto all’invecchiamento, diventa maturo dopo quattro anni, dalla sua produzione ed è perfetto dopo otto anni.

Ha in origine un color rosso rubino brillante, che dopo sei o sette anni assume riflessi giallognoli aranciati e tenore alcoolico dai 13° ai 15°. Il suo sapore è pieno, ricco, armonioso, molto adatto a pietanze di carne e soprattutto ad arrosti, a brasati, a piatti di selvaggina, a formaggi piccanti.

Il suo bouquet è delicatissimo e sa leggermente di viola in superficie, di catrame e di rosa appassita sul fondo. Non deve mai essere servito freddo e la sua temperatura ideale è intorno ai 20°. Ricordatevi di sturare le bottiglie parecchie ore prima di servirlo, affinchè le sostanze volatili raccoltesi nel collo delle bottiglie e che gli darebbero uno sgradevole sapore asprigno, abbiano tutto il tempo di disperdersi nell’aria.

Per questo, se vi capitasse di trovarvi in Piemonte e di sentirvi offrire un « fondo di bottiglia », (« ‘n jund ‘d buta » nel dialetto locale) non offendetevi: non è che l’ospite non vi stimi degno di stappare per voi una bottiglia. Vuole solamente farvi gustare in tutto il suo sapore una bottiglia di Barolo stappata il giorno prima e lasciata aperta per voi.

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Il Barolo deve essere bevuto in tersi bicchieri alquanto panciuti di cristallo non colorato. Andranno bene anche bicchieri più robusti e con fondo pesante. L’importante è che siano di cristallo perché solamente così potrete gustare il Barolo prima con gli occhi che con la bocca, ammirandone il delizioso colore.

Non crediate che le virtù del Barolo siano apprezzabili solo a tavola: esso è infatti anche il più quotato fra i vini medicinali per il suo alto contenuto di solfuro di ferro. E’ quindi da adottarsi in casi di debolezza, esaurimenti e convalescenze.

Fra gli estimatori del Barolo nel corso dei secoli ricordiamo anzitutto Giulio Cesare, il quale tornando dalle Collie si fermò alla Morrà e bevve in abbondanza dell’ottimo Barolo. Ne fu tanto entusiasta da portarsene una bella provvista a Roma e da scriverne anche nei suoi « Commentar! ».

Carlo Alberto poi, « l’italo Amieto », che sulla linea politica da seguire fu sempre tanto incerto, nei confronti del Barolo non ebbe mai dubbi di sorta e lo stimò come il migliore dei vini.

Cavour fu non solo un bevitore ma anche un produttore di Barolo nelle sue tenute di Grinzane e ne offrì durante i pranzi con alte personalità politiche. Egli soleva dire scherzando che, nella simpatia da lui suscitata per la causa italiana, non sapeva quanto fosse dovuto alla sua facondia e diplomazia e quanto al sapore e al profumo del Barolo.

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