Green oltre il giardino / trasformazioni
GREEN OLTRE IL GIARDINO
Green trasformazioni
OLTRE IL GIARDINO
Il tetto diventa un orto e il terrazzo un’architettura minimal. C’è il verde che protegge l’intimità della casa e la scommessa zen.
esperienze, tempi e costi in un libro appena uscito
Per lo più, sembra che ultimamente i tagli esatti, le gelide geometrie, i teoremi dell’ordine e della stabilità abbiano poco a che fare con l’idea di giardino. Una velleità imbrigliare il verde, buona forse per un certo ottimismo illuminista fuori dalla storia.
Il tempo ha definito altre priorità: una terra libera e spettinata, variabile, flessibile alle esigenze individuali, in reciproca relazione con la casa. E una grammatica vernacolare, piena di accenti e di espressività. Questo racconta la villa di Winchester che apre il servizio: ecco un giardino per la famiglia, più da usare che da contemplare.
Con l’area social della piscina, gli spazi più intimi, lo spaccato di foresta, i diversi deck e le siepi a dividere le funzioni. The Gardens of Eden (New Residential Garden Concepts & Architecture for Greener Planet) appena pubblicato da Gestalten questo racconta: il Paradiso non ha una tipologia fissa, né ha la necessità di essere immenso.
La condizione è un’altra: l’Eden-giardino deve ‘funzionare’, cioè adattarsi alla nostra vita e soprattutto al nostro tempo. Quanto ne serve per occuparsene in modo appropriato? Ecco la domanda chiave, mai e poi mai da dimenticare. Insomma, per funzionare il giardino va progettato. La chiave è tutta qui: la spontaneità nasce dalla progettazione.
Nel concreto, prendiamo le aree verdi delle ville di Sydney e di Brooklyn. Se si considera la grandezza non vi è molta differenza, tutt’altro il senso: l’uno è una sorta di living scultoreo che allarga la casa; l’altro è un carneo minimal, zen ma non troppo.
Sulla costa a nord del Cile sconcerta il progetto ipogeo. Sì, proprio così: un giardino scavato nel deserto e aperto al ciclo attraverso un immenso occhio. Mentre in California la declinazione è opposta, il giardino diventa una sorta di punto di vista, un luogo da cui guardare il mare tra ruta russa e erbe selvatiche.
Trattandosi di un’antologia, The Gardens of Eden spazia in ogni direzione geografica tenendo conto di tre tendenze principali. La prima riguarda il verde cittadino: se un tempo l’imperativo delle teste verdi era lasciare la città per la campagna, ora vince un sano e pragmatico realismo. Meglio traslocare la campagna in città: su un tetto (vedi il caso Milano), un balcone, un fazzoletto di terra, luoghi di produzione e di incontro fisico, tattile con la natura.
È vero che gli spazi in contesti residenziali non sono molti, ma la loro somma può sortire effetti rivoluzionari. Due: l’approccio è sempre più creativo. Perché mai usare le medesime specie di piante? C’è un mondo green sofisticato tutto da scoprire e c’è un design verde che aiuta a interpretare pareti verticali, spazi minimi, luoghi desueti.
Infine non va sottovalutata la dimensione tecnologica, dai sistemi di irrigazione all’individuazione della specie più adatta. Fatte le scelte giuste – benché sembri difficile crederlo – la cura di certi giardini vuole solo pochi minuti la settimana. L’Eden pare non sia così esclusivo, tutt’altro che un sogno proibito. Gli esempi del libro lasciano ben sperare.
GESTALTEN.COM
TESTO – FABRIZIO SARPI Rivista Living Corriere della Sera
GREEN LIVING
La copertina del libro pubblicato da Gestalten
New York Foto Ian Allen un giardino in città
Piuarch, Orto fra i cortili, Milano. Foto courtesy Piuarch.
Shades of Green, On The Edge Of The Continent, Sausalito, California. Foto Marion Brenner – .
Shades of Green, On The Edge Of The Continent, Sausalito, California. Foto Marion Brenner.
Stark Design, Superba Courtyard Garden, Sydney, Australia. Foto Brigid Arnott. Succulente e cactus
Teresa Moller Landscape Studio, Casa Acantilado, Santiago, Cile. Foto Chloe Humphreys
FOTO:
Shades of Green, On The Edge Of The Continent, Sausalito, California. Foto Marion Brenner. Sugli altopiani da cui si osserva la costa pacifica, crescono la salvia russa e la California grey rush (sotto). Foras Studio, Carroll Gardens, New York. Foto lan Allen. Un giardino in città di 74 mq. Interessante il contrasto tra le piante lasciate crescere liberamente e le sfere di bosso scolpito. Il tempo per la cura è di una, due ore a bimestre.
Piuarch, Orto fra i cortili, Milano. Foto courtesy Piuarch. Sul tetto lastricato di assi di legno e di pallet, un vero orto in città, tra lattughe, cavolo nero, pomodori e zucchine. Servono 12 ore di lavoro la settimana .
Teresa Moller Landscape Studio, Casa Acantilado, Santiago, Cile. Foto Chloe Humphreys. Solo piante autoctone, soprattutto fiori del deserto e succulente, per un impegno di 4 ore la settimana.
La copertina del libro pubblicato da Gestalten . Stark Design, Superba Courtyard Garden, Sydney, Australia. Foto Brigid Arnott. Succulente e cactus danno origine a un giardino installazione . Shades of Green, On The Edge Of The Continent, Sausalito, California. Foto Marion Brenner. Un tappeto multicolore di erbe autoctone scende a cascata lungo la scala.