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CALTA Caltha palustris

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CALTA Nome scientifico: Caltha palustris (fam. Ranunculaceae)

All’inizio della primavera, generalmente tra aprile e maggio, nel momento della piena fioritura, risalta con bell’effetto negli acquitrini, al margine dei ruscelli o, più in genere, nei terreni molto umidi o dove le acque risultano in parte stagnanti, una graziosa pianticella a fiori di colore giallo-oro, molto simili a quelli di certi ranuncoli selvatici, ma più grandi: si tratta della Caltha palustris, conosciuta come calta palustre o farferugine.

Questa pianticella perenne e cespitosa appartiene alla vasta famiglia delle Ranunculaceae. Per quanto apprezzata per le proprietà medicinali, va usata con cautela e preferibilmente
solo per uso esterno, in quanto le diverse parti della pianta contengono sostanze tossiche, che possono causare inconvenienti; di conseguenza, è meglio non utilizzarla in cucina come ortaggio aromatico, nonostante le foglie e anche i boccioli fiorali siano commestibili.

Per i vistosi fiori gialli, semplici nelle piante spontanee, ma anche doppi in quelle coltivate, la calta palustre, che non va confusa con la calla di palude (Calla palustris), si presta a essere introdotta nei giardini acquatici o nelle vasche dove si coltivano le piante palustri, in posti in cui l’acqua stagnante non superi i 15 cm di altezza.

COME SI RICONOSCE

È una tipica pianta palustre a cespi assai vigorosi, composti da steli prima prostrati e sommersi, poi ascendenti, con foglie ampie reniformi o cuoriformi, di colore verde scuro, lucenti e grossolanamente dentate ai margini; i fiori, assai grandi, sono composti da 5 sepali petaloidi gialli, in diverse brillanti sfumature.

QUANDO SI RACCOGLIE

Le foglie possono essere raccolte all’inizio della primavera, prima o subito dopo la fioritura, ma anche più tardi, nel corso dell’estate.

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COME SI PREPARA PER LA CONSERVAZIONE

Si essicca all’aria e all’ombra, conservando in sacchi di carta in luogo ben asciutto.

CONTRO I REUMATISMI:
mettere in forno caldo (circa 180°) per 5 minuti 100 g di foglie essiccate. Stenderle su una garza e applicarle subito sulla parte dolorante, avendo l’avvertenza di toglierle ancora tiepide. Ripetere più volte al giorno il trattamento.

NEGLI ATTACCHI DI DOLORI ARTRITICI:
versare in una ciotola 3 cucchiai di foglie, aggiungere poca acqua bollente, 2 cucchiaini di farina di lino e impastare bene il tutto. Stendere l’impasto su una garza, applicandolo sulla parte dolorante per 10 minuti. Il trattamento può essere ripetuto due, tre volte al dì.

CONTRO LA SINOVITE:
macerare in un quarto di acqua calda 3 cucchiai di foglie per 10 minuti. Far bollire minuto; aggiungere 2
cucchiai di farina bianca, meglio se integrale, e mescolare il tutto. Chiudere l’impasto in un sacchetto di garza e applicarlo sul ginocchio, togliendolo dopo 10 minuti.

PER CHI VUOLE SMETTERE DI FUMARE:
è sufficiente tritare alcune foglie di calta e preparare con esse delle sigarette, dall’aroma poco gradevole

AVVERTENZE:
in campagna, le foglie di calta si consumano cotte crude e i boccioli vengono conservati sottaceto, come i capperi. Tuttavia, è consigliabile lasciarne l’uso interno al medico,
in quanto la pianta contiene sostanze velenose.

da Il Grande Libro delle Erbe  ALBERTO PERUZZO EDITORE 

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