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Enografia,  vini e cantina

Champagne il Vino delle grandi occasioni

Lo champagne è il vino delle grandi occa­sioni, quello che più degnamente celebra l’inizio di un nuovo anno, una nascita, un matrimonio. In tutto il mondo si usa, in­fatti, brindare alla buona fortuna con una coppa di champagne, che viene esportato dalla Francia in decine di milioni di botti­glie annuali. Lo champagne costituisce quindi una voce piuttosto importante e redditizia nel bilancio della sua patria d’ori­gine. In particolare, lo champagne è pro­dotto nella regione francese della Champa­gne, da cui ha infatti preso il nome. In questa regione, verso la fine del 700. visse colui che « inventò » lo champagne.

Lo champagne

Si chiamava Dom Pérignon ed era un be­nedettino incaricato di dirigere i lavori nel­le vigne e nelle cantine della sua abbazia. Questo monaco scoprì dunque che il vino imbottigliato molto giovane, cinque o sei mesi dopo la fermentazione nei barili, fermenta una seconda volta nella bottiglia. Durante questa seconda fermentazione av­vengono quelle trasformazioni di sapore e profumo che mutano un comune vino bian­co nel classico, inconfondibile champagne. Ma dalla combustione si producono anche delle scorie minerali e vegetali, che tur­bano la limpidezza del vino. Come elimi­narle?

Dom Pérignon trovò il sistema: stabilì che le bottiglie di champagne, dopo la seconda fermentazione, dovessero rima­nere coricate in riposo per due, tre, quattro anni. Le scorie si sarebbero depositate lun­go la pancia della bottiglia. Poi bisognava ruotare le bottiglie, con il collo conficcato nei fori di un cavalletto, di un quarto giro al giorno, inclinandole contemporaneamen­te in modo da portare a poco a poco il tappo in giù.

In questo modo le scorie si sarebbero raccolte senza scosse sotto il tap­po. Stappando le bottiglie, le scorie sareb­bero partite con la prima schiuma. Bisogna­va poi tappale di nuovo ermeticamente le bottiglie e lasciarle coricate fino al mo­mento di portarle in tavola. Questo è ancor oggi il procedimento con cui si prepara lo champagne. Mentre tutto va industrializzandosi e meccanizzandosi, migliaia di operai sono occupati a far fare ogni giorno, lentissimamente, quel famoso quarto di giro a milioni di bottiglie. A mac­china invece si stappano le bottiglie prima di questa operazione e a macchina si ritap­pano dopo.

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Dom Pérignon ha poi perfezionato la sua opera « inventando » il tappo di sughero. Fino ad allora, i tappi erano piccoli cilindri di legno duro avvolti nella stoppa. Sem­bra una cosa da nulla, eppure il sughero, elastico e impermeabile, è proprio quello che occorre per imprigionare durevolmen­te l’aroma di un buon vino. Se però le bottiglie venissero tenute in piedi sugli scaffali, con il passar del tempo anche il prezioso, elastico sughero indurirebbe, re­stringendosi e lasciando sfuggire gas e aro­mi. Per questo motivo si consiglia di tene­re le bottiglie di champagne coricate: il tappo, a continuo contatto del liquido, non indurisce e conserva intatte le qualità dello champagne.

In cantina lo champagne non deve restare comunque a lungo: a dodici, tredici anni di età comincia a decadere e si maderizza, acquista cioè un gusto dolciastro e stantìo, mentre il colore tende al bruno. Un buon champagne deve avere un colore giallo chiaro, con sfumature di verde. Se avete in cantina una bottiglia di cham­pagne che sta eccessivamente invecchiando conviene quindi che la utilizziate.

Comu­nemente lo champagne si serve quasi ghiac­ciato, ma i veri intenditori lo preferiscono alla temperatura di sette, otto gradi. Stappate con precauzione la bottiglia per­ché lo champagne, come tutti i grandi vini. non va « maltrattato ». Svolgete, girandola all’inverso, la sottile treccia che sporge dal­la gabbietta di metallo del tappo. Togliete la gabbietta e spingete in fuori il tappo col pollice. Avvicinate il bicchiere al collo della bottiglia e versate, inclinando la bottiglia stessa a poco a poco, senza fretta. Quando la spuma si sarà dissolta, lasciando sulla superficie del vino solo una sottile orlatura bianca, allora è il momento di gustare lo champagne in tutta la sua delicatezza.

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