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Dieta mediterranea,  Salute e cura della persona

Proteine e glucidi percentuali e dosi

Bisogno di proteine

È necessario distinguere fra il bisogno minimo di proteine (quantità di protìdi necessaria a mantenere pareggiato il bilancio azotato compensando le per­dite giornaliere) e il bisogno ottimale (quantità di protidi ideale nella dieta). Il bisogno di proteine va in ogni caso ri­ferito al quantitativo di proteine utiliz­zate.

Il metodo più attendibile per sta­bilire il bisogno proteico minimo è per­tanto stabilire quale sia il bisogno mini­mo di ogni aminoacido essenziale e de­terminare poi quale quantità di ogni singolo alimento proteico è capace di sopperire a tali bisogni. Anche in questo campo si fa riferimen­to inizialmente a un individuo-tipo per adattare successivamente i dati alle va­rie situazioni reali.

Poiché il contenuto in aminoacidi es­senziali è molto diverso da proteina a proteina, per i calcoli ci si rifà alla co­siddetta “proteina di riferimento”, che è di alto valore biologico e facilmente utilizzabile dall’organismo; la proteina di riferimento largamente impiegata è quella dell’uovo intero.

FABBISOGNO GIORNALIERO

Sono state compilate delle tavole che permettono di calcolare il bisogno di proteine (espresso in grammi di protei­na di riferimento per kg di peso corpo­reo per giorno) nelle varie età della vita. Un bambino di 1-3 anni, ad esem­pio, necessita in media di 0,88 g/kg di proteina di riferimento al giorno; un adulto, di 0,59 g/kg al giorno. L’adulto medio del peso di 70 kg necessita quin­di di circa 42 grammi di proteina di rife­rimento al giorno.

Esistono poi dei coefficienti di correlazione che permet­tono di passare dalle proteine contenu­te nell’uovo a quelle contenute in ali­menti diversi. Il valore biologico degli alimenti è spesso limitato da un singolo aminoacido essenziale presente in scar­se quantità (aminoacido limitante). Durante l’allattamento la donna neces­sita di un aumento dell’apporto proteico di circa 20 grammi al giorno.

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Bisogno di proteine

È necessario distinguere fra il bisogno minimo di proteine (quantità di protìdi necessaria a mantenere pareggiato il bilancio azotato compensando le per­dite giornaliere) e il bisogno ottimale (quantità di protidi ideale nella dieta). Il bisogno di proteine va in ogni caso ri­ferito al quantitativo di proteine utiliz­zate. Il metodo più attendibile per sta­bilire il bisogno proteico minimo è per­tanto stabilire quale sia il bisogno mini­mo di ogni aminoacido essenziale e de­terminare poi quale quantità di ogni singolo alimento proteico è capace di sopperire a tali bisogni. Anche in questo campo si fa riferimen­to inizialmente a un individuo-tipo per adattare successivamente i dati alle va­rie situazioni reali.

Poiché il contenuto in aminoacidi es­senziali è molto diverso da proteina a proteina, per i calcoli ci si rifà alla co­siddetta “proteina di riferimento”, che è di alto valore biologico e facilmente utilizzabile dall’organismo; la proteina di riferimento largamente impiegata è quella dell’uovo intero.

Bisogno di glucidi

II bisogno giornaliero di glucidi dell’or­ganismo non è stato valutato con preci­sione. Si tratta in realtà del fattore meno critico fra quelli che compongo­no la dieta; fra i glucidi non sono infatti contenuti fattori essenziali, e la loro funzione all’interno dell’organismo è essenzialmente energetica. Si ritiene che, in genere, i glucidi do­vrebbero rappresentare circa il 55-60% delle calorie totali della dieta.

Scende­re al di sotto di questo limite significa con ogni probabilità alterare il rappor­to fra calorie glucidiche e calorie lipidiche introdotte (vedi) ; andare al di so­pra implica di solito uno squilibrio complessivo fra i tre principi fonda­mentali (oltre che l’assunzione di una dieta ipercalorica).

I glucidi sono più spesso ingeriti sotto forma di farinacei (pane, pasta) o vege­tali (riso, legumi). Bisogna inoltre con­siderare la quota glucidica introdotta sotto forma di dolcificanti.

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Bisogno di lipidi

La quantità di lipidi introdotta giornal­mente con la dieta deve in primo luogo coprire le esigenze di acidi grassi essen­ziali dell’organismo; tale necessità può essere soddisfatta da circa 20 g di bur­ro, o 10 g di olio o di strutto. Una volta coperto questo bisogno mi­nimo lipidico, è opportuno che circa il 25-30% delle calorie totali della dieta sia fornito da grassi.

Nelle diete ipercaloriche si potrà aumentare tale percen­tuale per mantenere il volume degli ali­menti entro limiti accettabili (i lipidi forniscono la maggior quantità di calo­rie a parità di volume). Un aspetto importante della dieta è il rapporto fra le calorie fornite sotto for­ma giudàica e quelle derivanti dall’ap­porto di lipidi.

Tale rapporto è signifi­cativo in quanto i metabolismi lipidici e glucidici sono strettamente intercon­nessi; ad esempio, in presenza di una normale demolizione ossidativa di lipi­di che avvenga in assenza di una suffi­ciente quantità di zuccheri, il fegato è costretto ad utilizzare l’acetilcoenzima A per produrre dei radicali acidi (corpi chetonici).

La somministrazione di zuc­cheri risolve prontamente la situazio­ne, normalizzando la chetogenesi. Il rapporto ottimale fra le calorie glucidiche e quelle lipidiche è 1,86; della somma totale delle calorie introdotte (detratta la quota proteica che non è compresa nel bilancio) il 65% deve es­sere glucidico e il 35% lipidico. Tale rapporto assicura la migliore utilizza­zione di entrambi i principi alimentari.

Bisogno di fattori non energetici

Sotto il nome di “fattori non energetici” vanno tutte le sostanze che l’organismo non utilizza, neanche facoltativamen­te, come sorgenti d’energia, ma che sono ugualmente necessarie per il man­tenimento della salute e devono essere presenti in determinate quantità. L’organismo perde giornalmente circa 3000 ml di acqua; la dieta deve com­pensare tali perdite.

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Una parte del fab­bisogno idrico viene però coperta dalla cosiddetta “acqua endogena”, ossia quella che viene prodotta continua­mente dall’organismo durante i proces­si di ossidazione dei principi alimenta­ri. L’ossidazione di 100 g di lipidi pro­duce 107 ml di acqua; 100 g di glucidi e di protidi ne liberano invece 56 e 34 ml.

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