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Il romanzo del legno

II matrimonio tra fotografia e natura (come quello pittura-natura del resto), porta caratteristica l’avverbio di tempo “sempre”; e sarà sempre così … Lo scorso numero (anno 1989)”Le Foreste” ha presentato “Cansiglio: il bosco dei Dogi” di Fulvio Roiter, realizzato dai fotografo veneziano in collaborazione con l’ARF del Veneto.

In omaggio a questa arte, abbiamo il piacere di presentare alcune foto tratte da “il ro­manzo del legno” di un altro “grande”: Mario De Biasi, edito dalla Magnus di Udine; pub­blichiamo inoltre ampi stralci della bella presentazione al libro dello scrittore friulano Carlo Sgorlon. (Mimmo Vita)

L’ ultimo suo libro di fotografie è il ro­manzo del legno. Chi ci pensa a fondo, e da solo un’occhiata sommaria alle immagini, nella loro rigorosa successione, si rende conto che si tratta di un’idea che contiene risvolti im­portanti, strettamente connessi con l’epoca storica che stiamo attraversando. Bisogna entrare a fondo nell’idea di De Biasi, che è, sì, un’idea poetica, ma an­che carica di contenuti, per metterli in evidenza. Il le­gno, come la pietra, è uno dei materiali naturali di cui l’uomo si è sempre servito perle necessità della sua vita …

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Si potrebbe continuare a lungo, ma non servono altre parole per mostrare che tutta l’avventura dell’uomo sulla terra è stata accompagnata dall’uso del legno. Tutta la sua “odissea nello spazio”non è stata che una lunga lotta per superare le condizioni di difficoltà e di disagio della sua vita, per vincere la fame, il freddo, la paura degli animali feroci e dei nemici di ogni specie. E sempre, in questa lunga vicenda, l’uomo ha avuto ac­canto a sé, adatto a mille usi, l’albero e il legno… Il legno, materiale vivo e primigenio, che sentiamo così enormemente diverso da quelli artificiali, come la pla­stica, ha il potere di restituire all’uomo il senso della sua terrestrità e della appartenenza alla natura, che egli oggi corre il rischio di dimenticare, circondato com’è da troppi apparecchi elettronici, computers, cruscotti, quadri di comando, macchine di ogni tipo, sempre più complesse…

Non è certo casuale che mentre De Biasi stava prepa­rando il suo romanzo fotografico sul legno, un altro grande fotografo, Fulvio Roiter, aveva appena pubbli­cato un libro dedicato all’albero ed un altro alla bella Foresta del Cansiglio. I fotografi sono amici della na­tura, perché sono sempre a contatto con essa, e il loro atteggiamento è naturalmente e spontaneamente ecologico…

Quello del legno è un mondo che non si finisce mai di scoprire, di descrivere, e che non cessa di meravi­gliare. Il tronco degli alberi è anche un mezzo che gli uomini usano per comunicare, soprattutto messaggi d’amore. Così De Biasi, tra l’umoristico e l’affettuoso, ci offre anche un mosaico composto di cuori trapassati dalla freccia, scolpiti nelle cortecce dei tronchi, con nomi d’innamorati che hanno imitato Angelica e Medoro, nella loro ingenua vacanza amorosa.

Una lunga serie di fotografie racconta il modo di usare il legno da parte degli uomini… De Biasi dedica un capitolo del suo libro anche alle forme della pietà religiosa, che ha usato il legno per esprimervi altari scolpiti, crocifissioni, statue di santi, ma anche totem di amerindi o di asiatici. Ciò sembra aprire uno spiraglio sul sentimento di De Biasi: esiste qualcosa, alla base delle religioni, che accomuna que­ste forme spirituali in tutto il mondo…

Un altro capitolo del libro fornisce una testimonianza della grande arte che si è servita del legno come mate­riale; in esso vanno messe in evidenza soprattutto le fotografie di finissimi intarsi, di grande effetto sceno­grafico, prospettico e pittorico, del Quattrocento e del Cinquecento. Anche l’arte contemporanea è rappre­sentata con sculture di Ceroli, De Marchi, Pedano, Vallazza e Tapio Wirkala.

Chiude il libro l’immagine di un truciolo, una striscia di legno che non serve a nulla. È un’immagine mistica ? È un suggerimento e un richiamo all’effimero, all’inutile, a ciò che non conta più nulla ed è destinato al fuoco ? Chi lo sa. Ma intanto il romanzo del legno è entrato nella nostra memoria…”.

Carlo Sgorlon

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 immagini tratte dal libro

“II romanzo del legno” di Mario De Biasi

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