Il pollo la preparazione la cottura
Parlando del pollo viene subito in mente lo spiedo scoppiettante e il caratteristico e appetitoso profumo del pollo arrosto, ma molto spesso al di fuori di questa immagine la nostra fantasia si arena e ci rendiamo conto che di questo utilissimo alimento sappiamo molto poco.
articolo da I tuoi Menu I.G.D.A.
Con il termine “pollo” si usa solitamente indicare il gallo e la gallina domestici, che fanno parte, insieme a capponi, faraone, tacchini, anitre, oche e conigli, degli animali da cortile.
Prima dell’enorme sviluppo degli allevamenti, verificatosi a cominciare dalla fine degli anni Cinquanta, il pollo era considerato un alimento di grande pregio sia perché non era facilmente reperibile in commercio, sia perché allevare un pollo sino all’età di 10 mesi (età necessaria per raggiungere un chilo di peso) comportava un costo elevato.
Oggi il pollame ha raggiunto un notevole sviluppo ed è considerato una valida e conveniente alternativa alle carni bovine in quanto i moderni allevamenti hanno consentito di ridurne notevolmente il costo. Certo il pregio dei polli ruspanti fatti crescere secondo i canoni di un tempo è sicuramente superiore, ma acquistando il prodotto di allevamenti di sicura serietà si ha una validissima combinazione di qualità e prezzo.
I polli che vengono solitamente utilizzati in cucina hanno quattro differenti età e più precisamente: il pollo molto giovane, detto in cucina pulcino ma da non confondere con i neonati, ha 7 o 8 settimane, carne ben formata e di buon sapore e peso inferiore al mezzo chilo (questo tipo di pollo ha scarso impiego nella cucina italiana, mentre è apprezzato in quella francese); il pollastro ha 3 o 4 mesi e il suo peso è di circa 600 grammi; il pollo di grano, o pollo giovane, può pesare dai 600 grammi al chilo e l’età si aggira tra i 4 e i 6 mesi; il pollo adulto, detto semplicemente pollo, ha solitamente 10 mesi o più ed il suo peso si aggira sul chilo e 800 grammi.
Sono oggi molto diffusi i galletti amburghesi; pesano circa 300-400 grammi e vengono normalmente impiegati come monoporzioni. Secondo il tipo di pollo utilizzato cambiano i tempi di cottura, ma restano invariati i metodi.
#AdvLe preparazioni più comuni sono certamente quella arrosto, quella allo spiedo e quella bollita, ma la carne di pollo si presta a una varietà infinita di ricette, dalle insalate alle zuppe, dalle creme alle cotolette e persino gli avanzi trovano impieghi svariati e saporiti.
In commercio è possibile trovare polli interi (con testa, zampe e a volte piume), polli interi ma privati di testa, zampe, collo e interiora (sicuramente di allevamento), polli a pezzi, cioè divisi in singole parti, o addirittura il praticissimo pollo arrosto già cucinato, pronto da portare a casa, riscaldare in forno e servire.
Vediamo prima di tutto come riconoscere la freschezza di un capo di pollame. Se lo acquistate già spiumato la pelle deve essere bianca con qualche leggera venatura blu e liscia al tatto, la carne elastica e tenera, ma senza sfaldarsi; le zampe possono avere colore bianco o scuro, ma non devono essere gialle o ricoperte di scaglie,
- sperone deve essere corto in quanto appena formato e non indice di età avanzata.
- portacoda deve essere bianco o rosato e con la caratteristica bolla di grasso che si estende dalla parte superiore sino al dorso.
- polli ruspanti sono facilmente riconoscibili rispetto a quelli di allevamento in quanto hanno una meno accentuata copertura di grasso e le zampe hanno la pelle meno brillante e più macchiata. Quando il pollo è ancora con le piume l’unico sistema per accertarne la freschezza consiste nel
premere le dita sullo sterno che dovrà risultare cedevole. A titolo di curiosità si può infine ricordare che i volatili più famosi e di maggior pregio gastronomico sono sicuramente quelli di Bourg-en-Bresse, cittadina francese non distante da Lione, asua volta rinomata per la grande tradizione gastronomica. - pollo, una volta selezionato, deve essere preparato per la cottura secondo precise modalità. Prima di iniziare a spennare un pollo è bene inumidirsi le mani e bagnare le piume per evitare che svolazzino per la stanza; si comincia poi a spennarlo tenendo tra l’indice e il pollice della mano sinistra un po’ di pelle in modo che la medesima non si laceri durante l’operazione. Poi si passa l’animale rapidamente sulla fiamma per eliminare la peluria residua, si recidono le zampe all’altezza della giuntura, facendo attenzione a non rompere l’osso, e la testa. Si deve quindi praticare un’incisione sotto il collo dalla quale estrarre con le dita gozzo e budello ed un secondo taglio sotto il ventre attraverso il quale eliminare le budella e tutte le interiora. Successivamente si elimina dal fegato la vescichetta del fiele, si incide lo stomaco a metà e si leva la pelle interna che contiene il mangime. Come ultima operazione non resta che lavare il pollo dentro e fuori con abbondante acqua fredda.
Come disossare il pollo
Dopo essere stato spennato, bruciacchiato per togliere la peluria, pulito, lavato e asciugato, il pollo può essere disossato utilizzando un coltellino affilatissimo in punta.
Tagliate le zampe all’articolazione della coscia e la punta delle ali.
Mettete il pollo sul tavolo con il dorso in alto poi tagliate la pelle tutt’attorno, due dita sotto la testa.
Tagliate la pelle per il lungo, staccatela bene, poi continuate il taglio fino al portacoda.
Dall’interno staccate la carne dalla prima parte dell’ala, dalla punta esterna dell’ala eseguite la medesima operazione tagliando l’osso scarnito all’articolazione.
Sempre dall’interno disossate l’anca, dall’esterno la coscia, tagliate l’osso nell’articolazione e sfilatelo.
Staccate bene tutta la carne dalla carcassa badando di non lacerare la pelle. Lo scheletro si asporterà intero.
Rovesciate le cosce e le ali, ritirandole verso l’interno e togliete tutti i tendini. Lavate il pollo e asciugatelo bene.
A questo punto il pollo è pronto per essere farcito a piacere e ricucito.
Come tagliare il pollo
Appoggiate il pollo su un piano (dopo averlo naturalmente slegato) e, con un coltello a punta ben affilato, incidete prima le pelle poi la carne all’attaccatura della coscia; individuatene la giuntura e tagliatela proprio in quel punto. Staccata la prima coscia, ripetete l’operazione sull’altra.
Appoggiate quindi il pollo sul dorso con la parte anteriore, quella con le ali, rivolta verso di voi. Fate un’incisione parallela all’osso del petto fino ad incontrare l’attaccatura dell’ala e tagliate nel punto esatto della giuntura. Potrete così staccare l’ala con un piccolo lembo di petto.
Nello stesso modo staccate l’altra ala; a questo punto vi troverete dinanzi la carcassa con la parte centrale del petto. Dividete poi la carcassa in due parti nel senso della lunghezza: una di esse è la parte centrale del petto, l’altra è la schiena del pollo, che con un colpo netto taglierete in due parti.
Ricomponete ora sul piatto di portata i pezzi così tagliati in modo che ai vostri invitati il pollo appaia intero. Naturalmente questa spiegazione vale per i polli di un certo peso; quelli più piccoli, invece, tagliateli semplicemente in quattro parti, ottenendo così le due cosce col relativo pezzo di carne e le due ali con la parte del petto.