Il Tè la bevanda più diffusa nel mondo
Il té è senza dubbio alcuno la bevanda più diffusa nel mondo; neppure il caffè, che detiene il primato nei paesi dell’area mediterranea e di influenza neolatina, può vantare le cifre da capogiro delle statistiche del té, che raccoglie i favori dei paesi anglosassoni, asiatici, dell’Europa settentrionale e dell’Unione Sovietica.
#AdvAl profumato liquido ambrato sono legati riti religiosi e pagani, immagini aristocratiche e popolari, sensazioni di colore e di freschezza, situazioni di riflessione e mondanità, episodi storici e leggendari. Basta infatti pensare al rito del té che si svolgeva in Oriente e che aveva dato origine ad una religione: il teismo. La consuetudine di bere il té diventò in quell’epoca una vera e propria cerimonia con regole precise che venivano insegnate in apposite scuole da sacerdoti. A questo si contrappone l’uso pagano, ma non meno diffuso nei tempi passati, di leggere il futuro nel fondo di una tazza di té.
Che il té sia una bevanda universale lo dimostra anche il fatto che è diffusa presso ogni ceto sociale e bevuta in svariate occasioni: si va dagli esclusivi té delle 17 organizzati da signore di buona famiglia per ricevere le amiche al té distribuito dai venditori ambulanti per le strade dell’India.
Nessuna bevanda è più gradevole di un bel té caldo quando si rientra a casa intirizziti dopo una giornata passata al freddo o sulla neve, esattamente come niente è più dissetante di un bel té freddo poco zuccherato in piena estate.
Si può gustare una tazza di té frettolosa al mattino in cucina appena alzati o per rilassarsi in una giornata di solitària concentrazione sul lavoro o sullo studio o durante un allegro pomeriggio d’inverno in compagnia di amici. Insomma il té è cultura, tradizione, storia, non un semplice liquido da bere, e molto spesso è un piacere da veri intenditori.
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Non per niente esistono moltissime qualità di té e, diversamente da quanto molti credono, ben differenti tra loro. Dire con esattezza quante qualità di té esistono è impossibile perché si tratta di diverse centinaia, è da ricordare però che un buon té ha foglie non troppo piccole e non presenta residui polverosi; le varietà fondamentali sono comunque quattro: il té verde, il té nero, il té oolong e il té scented.
Il té verde, che è il più diffuso in Cina e in Giappone, ha profumo aromatico e gusto leggermente aspro e amaro; quello per i mercati interni è di colore verde intenso, mentre quello per l’esportazione è di colore paglierino chiaro. Per preparare il té verde, le foglie vengono sottoposte a tempestiva torrefazione, poi vengono arrotolate e tagliate.
Il té nero, che è il più diffuso in Occidente, è di colore rosso bruno, delicatamente profumato e con gusto morbido. La preparazione del té nero richiede che le foglie, dopo l’essiccazione in appositi locali, vengano delicatamente compresse e messe a fermentare in modo da ottenere una perdita in tannini pari al 30-50%; a queste operazioni seguono poi un’ulteriore essiccazione e lo sminuzzamento.
Il té oolong è una via di mezzo tra quello nero e quello verde.
Infine, al té scented (già ‘naturalmente’ profumato) vengono poi aggiunti fiori, frutti, droghe e spezie che gli conferiscono aromi spiccati.
Il té viene coltivato in Cina, India ed Africa e a seconda del luogo di coltura assume caratteristiche differenti esattamente come il vino. Con i té base si formano differenti miscele create da esperti chiamati blenders ed è dall’estro di questi insoliti artisti che nascono le diverse varietà commercializzate in tutto il mondo e che hanno reso famosi nomi come Twining, Lip-ton e Fortnum & Mason.
Qualunque sia la miscela scelta bisogna comunque ricordare che bere od offrire il té sono cose che non si possono fare senza la debita cura. È possibile gustare qualsiasi altra bevanda senza etichetta, ma il té esige una partecipazione, una attenzione e una calma particolari. In compenso offre serenità e predispone alla distensione.
Come si prepara il té
Preparare l’infuso solo al momento di servirlo, mai prima. Gli ingredienti sono acqua bollita e té di ottima qualità; la comune dose consiste in una punta di un cucchiaino per lazza e un cucchiaino per la teiera. Per alcune qualità di té molto profumato è consigliabile usarne in quantità minore; per il té di fiori la dose può essere raddoppiata.
Il té concede il suo aroma ad una temperatura molto vicina ai 100 gradi centigradi. È necessario perciò scaldare bene la teiera di porcellana o di terracotta o di metallo, versarvi l’acqua che abbia quasi raggiunto l’ebollizione, infine aggiungervi la dose di té.
Un altro metodo di preparazione tradizionale è quello alla russa. Occorre il samovar, ossia un grosso bricco metallico in cui l’acqua è mantenuta bollente da un fornello a spirito. Sopra al bricco vi è una piccola teiera, con infuso concentrato di té. Se ne versa un poco nella tazza e lo si diluisce con l’acqua, fatta scendere da un piccolo rubinetto del bricco.
Infine un modo non ortodosso, ma ormai diffuso ovunque, è quello di preparare il té con le bustine-filtro, ognuna delle quali contiene la dose per una tazza e viene messa nella teiera, o nella tazza, sulla quale si versa direttamente l’acqua bollente.
Un té ben preparato si presenta di un colore giallo un po’ carico, limpido, con un leggero odore di miele e un sapore piuttosto amarognolo. Potrete servirlo con zucchero, latte (secondo la tradizione inglese) o limone (secondo la tradizione francese).
Cosa si serve con il té
Gli esperti sostengono che con il té possono essere serviti sia cibi dolci sia cibi salati, purché si accompagnino i primi con té indiani e di Ceylon e i secondi con té cinesi. I classici dolcini da té sono quelli della pasticceria minuta come pastine farcite, sfogliatene e biscotti leggeri, ma ben si accostano anche torte e crostate.
Per chi preferisce cibi salati sono indicati piccoli sandwiches, tortine e panini al latte. I più golosi, che vogliono assaggiare entrambi i tipi di ‘accompagnamento’, possono sì gustarli purché nel seguente ordine: prima quello dolce e poi quello salato.