Nutella, il mito
I prodotti “cult ” Nutella, il mito
Bontà per tutti: con questa geniale idea è nata la crema da spalmare più famosa del mondo
Italia 1946: siamo all’indomani del secondo conflitto mondiale e la situazione è pesante. Non ci sono industrie, agricoltura langue e la disoccupazione è elevata. In questo clima di difficoltà e quotidiane privazioni ad Alba , in Piemonte, un certo Pietro Ferrerò ha un’idea destinata a portare u n raggio di bontà nella vita degli italiani.
Qui a fianco, l’immagine più classica
della crema inventata da Ferrero:
la storica “spalmata” sul pane,
sicuramente il modo più semplice
e gustoso di assaggiare la Nutella.
Sotto, uno dei primi incarti
della Nutella, che all’inizio era solida
e si chiamava Giandujot. In basso,
la rivoluzione: la Giandujot
diventa morbida e prende il nome
provvisorio di Supercrema
In quei giorni il signor Ferrero lavora nel retrobottega del suo piccolo negozio di pasticceria, nel centro della città, e l’idea che lo appassiona è quella di trovare il modo di dare a tutti, anche alle persone meno abbienti, la possibilità di mangiare cioccolato. A quei tempi, infatti, un chilo di buon cioccolato costava in Italia cifre astronomiche , e solo pochi potevano permetterselo.
Pietro passa intere giornate rintanato nel suo laboratorio, e finalmente un giorno ne esce trionfante: va dalla moglie e le mostra una densa pasta color nocciola. La moglie la guarda, l’annusa e la assaggia. “Fantastica…” dice semplicemente , “è come la cioccolata, anzi, forse è ancora più buona!”
Pochi giorni dopo, nelle botteghe alimentari di Alba , le prime dosi di una pasta chiamata Giandujot andavano letteralmente a ruba: erano squisite e vendute a un prezzo dieci volte inferiore a quello della cioccolata preparata con puro cacao. Pietro Ferrerò aveva trovato la “formula magica”: pasta di nocciola, zucchero, latte scremato in polvere, olii vegetali e una piccola percentuale di cacao.
Il fratello di Pietro, Giovanni, dotato di un grandissimo senso degli affari, ma anche di una Millecento Fiat rosso fuoco, decise che non ci si poteva limitare ad Alba ma bisognava andare a proporre la Giandujot i n giro per i l Piemonte. E così fece: la Millecento fu riempita fino all’orlo di grossi “salami” di Giandujot avvolti i n carta stagnola e Giovanni partì alla conquista del Piemonte.
E di una vera e propria conquista si trattò: solo pochi giorni dopo si sparse la voce per Alba che i fratelli Ferrerò cercavano operai per i l laboratorio di pasticceria: lo strepitoso tour della Millecento rossa aveva dato il via ad un impressionante aumento di produzione.
LA GIANDUJOT DIVENTA MORBIDA: NASCE LA SUPERCREMA
Se, dunque, questa pasta così speciale cominciò ad essere conosciuta un po’ ovunque, il vero e proprio boom si ebbe nel 1949. In quell’anno Pietro volle ritoccare la formula della Giandujot: la pasta semisolida fu resa più malleabile e divenne così adatta ad essere spalmata sul pane: era nata la “Supercrema”. E il miracolo si ripete: Giovanni organizzò u n “esercito” di rappresentanti che, seguendo il suo esempio, riuscì a vendere il nuovo prodotto in ogni angolo della Penisola.
I bambini, inutile dirlo, ne andavano pazzi tanto che, nei paesini del Sud, entravano nelle botteghe alimentari con una fetta di pane in mano e, per 5 lire, il negoziante spalmava una razione di Supercrema sulla fetta: per 10 lire, doppia spalmata.
Il successo fu clamoroso e così, quando nel 1964 la Supercrema venne chiamata Nutella (da nut, in inglese nocciola) il prodotto della Ferrero era ormai entrato a far parte delle abitudini alimentari degli italiani.
Da qui al mito il passo è breve: negli anni ’60, mentre la Ferrero , con il figlio di Pietro, Michele, diventava una grande industria con migliaia di dipendenti, la Nutella varcò i confini nazionali e conquistò i mercati europei e mondiali.
a sinistra, il primo
stabilimento Ferrero ad Alba:
il successo della crema spalmabile
fu talmente immediato che i fratelli
Ferrero furono costretti da subito
ad ingrandire le dimensioni della
loro azienda. Qui sotto, il Gigante
Amico, protagonista insieme
all’infido Jo Condor di una
fortunatissima serie di Caroselli
per Ferrero. Sotto, i primi
automezzi della flotta aziendale:
la distribuzione del prodotto
fu un’altra delle chiavi di volta
del successo della Nutella
LE CAMPAGNE PUBBLICITARIE CHE HANNO FATTO EPOCA
Intanto, in Italia la televisione trasmetteva, durante il Carosello, il famosissimo cartone animato pubblicitario della Nutella dove il Gigante Amico scaraventava dalla rupe il cattivissimo Jo Condor che non smetteva, con i suoi dispetti, di rovinare la pace del tranquillo Paese Felice.
La pubblicità poi, negli anni ’70, cambiò immagine e si lanciò sul tema dei ricordi; in un’atmosfera che richiamava gli anni ’50, una bambina, al ritorno da scuola con la pagella della promozione in mano, riceveva da entusiasti genitori, come premio per la sua bravura, un vasetto di Nutella; lo stesso vasetto che, con u n cambio di immagine, la bambina divenuta ora mamma, regalava ai suoi figli.
Nel corso del ventennio successivo l’immagine della Nutella venne ampliata: u n prodotto dedicato non solo ai bambini ma alle persone di ogni età e anche agli sportivi, con spot di alpinisti che scalavano rocce o skippper che cavalcavano le onde del mare grazie alla Nutella , definita “energia per fare e per pensare”.
E negli anni ’80 la Nutella entra definitivamente ne l mito grazie al film di Nanni Moretti, “Bianca” , dove il protagonista, un sessantottino stanco di tante battaglie, sfoga le sue frustrazioni abbandonandosi al piacere straordinariamente consolatorio di un enorme bicchiere di Nutella.
COME È FATTA E IL SUO APPORTO ENERGETICO
Anche se è lo zucchero il primo degli ingredienti, sono le nocciole (13% ) a caratterizzare la Nutella: scelte con cura vengono utilizzate “fresche”, cioè sgusciate e macinate poco prima della lavorazione per preservarne l’aroma.
Il cacao non supera il 7-8%, e viene usata la frazione magra, privata cioè del burro di cacao. Da sottolineare un 9% di latte in polvere. La frazione grassa è rappresentata dagli olii vegetali (20% ) come, ad esempio, l’olio di cocco. Completano i l profilo degli ingredienti presenti nella Nutella la lecitina e gli aromi naturali.
Prima del confezionamento la Nutella viene lasciata senza essere mossa in alcun modo per 48 ore. Si conserva per circa 12 mesi senza necessità di riporla i n frigorifero, a meno che non si voglia conservare a lungo un vasetto già aperto. Il soggiorno al freddo può , però , modificarne la densità e la struttura.
I nutrienti più importanti sono i glucidi, rappresentati principalmente da zuccheri semplici a rapido assorbimento, che raggiungono i l 60% ; i grassi coprono una quota del 28 % mentre sia le proteine sia la fibra, apportata dalle nocciole, sono intorno a l 2% . Tra i componenti figurano calcio, sodio e potassio, e modeste quantità d i vitamina E e di vitamine del gruppo B.
L ‘apporto energetico risulta su valori decisamente importanti: 100 grammi di Nutella forniscono circa 470 calorie; ciò significa che una porzione media , pari più o meno a 30 grammi, vale circa 155 calorie.