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Cioccolato,  Dolci antichi

Lindor lo scioglievole

I prodotti “cult” Lindor, lo scioglievole


Un piccolo gioiello dell’arte cioccolatiera dal caratteristico ed inimitabile ripieno

da Voglia di Cioccolato HACHETTE

Signor Emile , quando  ha due minuti può  passare in ufficio da  me? Grazie , Arthur” . Emile era il signor  Bishofberger, capo  del settore laboratorio e sviluppo. La  firma sul bigliettino era quella di  Arthur Weber, entrato alla direzione  commerciale della Lindt & Sprùngli  nel 1928, un vero genio delle vendite che in  un secondo momento  sarebbe entrato a far parte anche del  consiglio d’amministrazione della  celebre maison del cioccolato.  

Ma quel giorno – era la primavera  del 1949 – il signor Bishofberger  aveva avuto un’intuizione fulminante di cui voleva parlare subito con  chi sapeva essere in grado di realizzarla: un involucro di cioccolato al  latte ripieno di una crema dolce e  morbida, qualcosa di inconfondibile  e di assolutamente originale fin dal  primo assaggio.  

Emile mise subito al lavoro i suoi  uomini. Già, ma come doveva essere  quella crema? Come sempre all’inizio si seguì la strada dell’empirismo:  un po’ più di crema, un po’ meno  cacao, un pizzico di zucchero in più .  Poi si assaggiava, soprattutto si face va assaggiare a Weber.

E si capiva  subito dalla sua espressione se era  stato raggiunto l’obiettivo. “Forse  manca ancora qualcosa, forse sarebbe meglio…”. E la squadra si rimetteva al lavoro. Finché , un giorno  d’autunno, herr Arthur finalmente  sorrise e ai cioccolatieri riuniti in  trepidante attesa davanti a lui disse:  “Lo chiameremo Lindor” .  

Era nata la “scioglievolezza” (anche  se in realtà questo termine fu  “inventato” per Lindor molti anni più avanti).

Inizio pagina il Lindor avvolto dal suo tradizionale “vestito” a caramella . qui sopra, il ripieno che ha reso famoso il cioccolatino: un cuore di cioccolato che gli intenditori avevano inizialmente definito “refrigerante” e che poi è stato descritto con un neologismo: la ormai famosa scioglievolezza, per sottolineare la morbida composizione della crema. A lato, Arthur Weber, l’ideatore del Lindor

La tavoletta, questa era  a forma primigenia di Lindor, si  svelava all’assaggio golosamente  ripiena di crema e questa sua caratteristica conquistò ben presto i palati degli amanti del cibo degli dèi. 

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Weber, naturalmente, gongolava per  i l successo e capì che bisognava  sfruttare l’onda favorevole. In fondo,  lui era un precursore di tutto ciò che  oggi viene catalogato come marketing: pianificò la campagna giusta,  investì energie, risorse e uomini ,  scelse i disegni e i volti che avrebbero pubblicizzato il suo “gioiello”  dolce in giro per l’Europa . E quella  delizia partì dalla Svizzera alla conquista del mondo.  

LA TAVOLETTA  HA FATTO “CENTRO”  

Non è un caso che, nel 1950, uno  dei primi manifesti stradali della  nuova campagna pubblicitaria mostrava una tavoletta Lindor su un  bersaglio e la scritta “Mouche!”, che  vuol dire “centro”.  

Sì, quel cioccolato alla crema , o  forse la crema di quel cioccolato,  aveva fatto davvero centro, come  confermavano i numeri sempre più  in crescita di quell’inimitabile cioccolatino dal cuore di un cioccolato  talmente leggero e delicato che gli  intenditori definirono “refrigerante”. 

Un “centro” così straordinario che,  qualche anno dopo, fece decidere a  Weber di far nascere da quella ricetta una linea di prodotti diversificati  per offrire agli appassionati una scelta molto più ampia: certo, la tavoletta andava già benissimo, ma lui  aveva in mente qualcosa di più  caratterizzante , di diverso. Che  cosa? Ci stava pensando.

E nell’attesa d i dare una forma al suo  sogno Lindor, decise che, come  primo tentativo, non sarebbe stato  male puntare sulla piccolissima  tavoletta napolitaine: una sorta di  cioccolatino, un Lindorino , insomma . Naturalmente anche questo  ripieno di crema “refrigerante”.  

LA BONTÀ  DIVENTA TONDA  

Passò ancora qualche anno e la  “bomba” esplose: era il Natale del  1967 e, girando per le vetrine d i  pasticcerie e negozi specializzati, i  golosi di ogni cantone svizzero trovarono una golosissima novità : la  Boule Lindor, una pallina di cioccolato al latte grande come una grossa  ciliegia, ripiena di crema.  

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Era la realizzazione del sogno weberiano – inteso come Arthur -, la gloriosa conclusione di una ricerca  durata quasi vent’anni. Quella  forma, quel gusto unico, quell’incartamento allegro e inconfondibile  rappresentavano il completamento  perfetto dell’idea iniziale. 

Fu la consacrazione definitiva di quella crema  “scioglievole” di cui Lindt custodisce  gelosamente la ricetta e che rappresenta il vero segreto di ogni successo  delle praline della linea Lindor.  Gli anni Ottanta e Novanta sono poi  diventati i l periodo della definitiva  consacrazione della pralina di Lindt nel novero ristretto dei cioccolatini  “cult”.

Merito della deliziosa ricetta  innanzitutto, ma anche, i n parte,  della pubblicità che, con il riuscito  neologismo diventato sinonimo stesso del ripieno della pralina, cioè la  famosa “scioglievolezza”, è riuscita a  cogliere e sottolineare la grande specificità di questa boule svizzera.  

In alto presentazione uno dei primi manifesti della campagna Lindor:
“Mouche!”, Centro, e in effetti, con un prodotto come Lindor, Lindt aveva centrato il bersaglio! Qui sopra, l’immagine di una vecchia campagna pubblicitaria della tavoletta Lindor
a lato, i diversi colori con i quali si distinguono i vari gusti delle praline. A partire dall’alto: fondente, cioccolato bianco, nocciola e fondente al 60 % di cacao

LA FAMIGLIA LINDOR  CRESCE CON LE NUOVE PRALINE  

In questi ultimi anni la linea Lindor  si è arricchita d i nuovi ed invitanti  gusti che hanno completato la  gamma di queste ricette “ripiene”.  

Al classico Lindor al cioccolato al  latte, avvolto nella tradizionale carta rossa, si è affiancato per primo quello al fondente, riconoscibile dall’incarto blu . A questo sono seguiti  negli anni il Lindor bianco, rivestito  di cioccolato bianco, il Lindor  Nocciola e il Lindor Caffè.

L’ ultimo  nato, e si parla del 2003 , è il Lindor  Fondentissimo, un guscio di cioccolato fondente al 60 % che racchiude  un morbido ripieno, anch’esso al  cioccolato fondente.  

Una famiglia di praline che unisce  sapori diversi a una ricetta che era e  rimane inconfondibile.  

Esattamente come l’aveva pensata  più di cinquanta anni fa Arthur  Weber, l’uomo che i n fatto di cioccolato la sapeva davvero lunga.

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