# Adv
Advertising
Enografia,  vini e cantina

Vini Piemonte e il Re dei Vini

Piemonte Situato ai piedi delle montagne, come il nome stesso sugge­risce, il Piemonte è la regione italiana che vanta il maggior numero di vini DOC, ben 39, nonché una produzione annua­le di circa ***5 milioni di ettolitri di vino.

Di antiche e gloriose tradizioni, la viticoltura piemontese affon­da le sue radici in epoche precedenti la dominazione romana, che tuttavia ebbe il merito di valorizzarla e di diffonderla. Pratica­mente tutta collinare, grazie alla vicinanza delle Alpi, che con­tribuisce a creare un particolare microclima, la coltivazione del­la vite consente di produrre vini con caratteristiche differenti, pur proveniendo da zone limitrofe.

da il Grande Libro dei VINI ALBERTO PERUZZO EDITORE 

PRINCIPALI AREE DI PRODUZIONE DOC

La prima zona è quella attorno a Ivrea, dove si produce il rosso Carema, l’Erbaluce di Caluso, bianco secco, e il Caluso passito, un vino bianco dolce e liquoroso. I terreni di quest’area sono di origine morenica.

La seconda zona è il Monferrato, suddiviso in Monferrato asti­giano e casalese e Alto Monferrato. L’area del Monferrato casa-lese si estende a nord di Asti e di Alessandria. Il territorio, im­portante per la produzione di Freisa, Barbera e Grignolino, è ca­ratterizzato da vigneti situati in colline a pendenza piuttosto ac­centuata, con terreno più tenace verso Asti, tendente al sabbioso nella zona verso Alessandria. L area del Monferrato astigiano si estende a sud di Asti fino alla Langa albese.

Anche qui la produ­zione principale è costituita da Barbera, Freisa, Grignolino, in più c’è il Moscato. La viticoltura in questa zona è altamente spe­cializzata, con vigneti che si estendono quasi continuativamente nelle colline meglio esposte. I terreni variano dai tipi tendenzialmente argillosi a quelli marnosi-calcarei (Moscato), a quelli più leggeri e sciolti (Grignolino). La zona dell’alto Monferrato com­prende le sottozone Acque se, Ovadese, Gavese e Tortonese, note per la produzione di Barbera, Dolcetto e Cortese. Le viti sono di­slocate in colline declivi o in pianori ondulati. I terreni sono tendenzialmente argillosi, tranne alcune ristrette plaghe di origine alluvionale.

La terza zona è data dalle Langhe, suddivise in Langa albese e Langa monregalese. La Langa albese comprende le aree di pro­duzione del Barolo, del Barbaresco, del Barbera e del Dolcetto d’Al­ba. Questo territorio, famoso soprattutto per i suoi vini superiori d’arrosto, presenta vigneti dislocati nei pendii meglio esposti, su terreni prevalentemente di origine sedimentaria, marnosi-calcarei. La Langa monregalese si estende a sud di Alba ed è ti­pica per la produzione del Dolcetto (Dogliani e delle Langhe monregalesi).

La quarta zona infine è quella del Vercellese e del Novarese, che si estende nella fascia pedemontana delimitata a nord dalle mon­tagne e a sud dalla Pianura padana. Quest’area è molto rinoma­ta per la bontà dei suoi vini: Gattinara, Bramaterra, Boca, Ghemme, Sizzano, tutti rossi di alta qualità.

READ
Parliamo un po' del vino e della birra

VITIGNI TIPICI

La viticoltura piemontese è sempre stata legata alla produzione di vini rossi, superiori o da tavola, di gradazione alcolica piutto­sto elevata, che ben si accompagnano alla sostanziosa cucina lo­cale. Logico quindi che la maggior parte dei vitigni sia a uva ne­ra: Barbera, Bonarda (Creatina), Brachetto, Dolcetto, Freisa, Gri­gnolino, Malvasia di Casorzo, Nebbiolo.

Per diffondere i vitigni a uva bianca, poco presenti in Piemonte a parte l’eccezione del Moscato, sono stati introdotti vari vitigni provenienti da altre aree viticole. Tra questi vi è lo Chardonnay che è originario dello Champagne e da origine in Francia a fa­mosi vini bianchi tra i quali lo Chablis. Di precoce maturazione, questo vitigno può essere impiantato anche in zone poco soleg­giate ed esposte a nord.

VINI DOC DEL PIEMONTE E VARIETÀ DI VITIGNI CHE LI COMPONGONO

Le Langhe

Una distesa di colline a perdita d’occhio, tutte coltivate a vigne. Questo è il paesaggio tipico delle Langhe, una delle zone vinico­le più famose d’Italia. In queste terre aspre, quasi appartate, na­scono vini rossi di nobile lignaggio, quali Barolo, Barbaresco, Neb­biolo e Dolcetto, tanto per citare i principali. Ma non solo il vino, anche i funghi e soprattutto il tartufo, che ha in Alba la sua ca­pitale, contribuiscono a fare di quest’angolo del Piemonte un ve­ro e proprio «paradiso del buongustaio», dove il palato viene sol­leticato con molteplici piatti e allegre bevute.

IL RE DEI VINI________________

II Barolo è sicuramente il vino rosso più famoso del Piemonte, tanto da meritare l’appellativo di «re dei vini e vino dei re». La nascita del Barolo risale circa a 150 anni fa, quando i proprie-tari dei castelli di Barolo e Grinzane Cavour decisero di convoca­re l’enologo francese Odart perché creasse un vino che si potesse conservare a lungo. Dopo anni di esperimenti ecco dunque il Ba­rolo, che non poteva essere consumato giovane per il suo gusto aspro e ruvido, bensì dopo alcuni anni di invecchiamento in bot­te e in bottiglia.

Padre del Barolo è il vitigno Nebbiolo, che germoglia e fiorisce precocemente ma raggiunge la maturazione soltanto verso la metà di ottobre. Il grappolo ha forma allungata, di media grandezza, e gli acini sono molto scuri, quasi grigi a causa dell’abbondante pruina della buccia. Per il Barolo si utilizzano esclusivamen­te le sottovarietà Michet, Lampia e Rosé. La resa massima per ettaro è stabilita in 80 quintali, allo scopo di salvaguardare la qualità delle uve.

Il Barolo ha bisogno di almeno tre anni per ac­quistare un carattere piacevole, e infatti la legge della DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) prevede che ma­turi per almeno due anni in botti di legno e un anno in botti­glia, prima di essere messo in vendita. La dicitura «riserva» as­sicura che l’invecchiamento ha raggiunto i 4 anni, mentre «ri­serva speciale» equivale a 5 anni di maturazione.

READ
Il vino e il cibo, pesci e carni

Tuttavia, se­condo alcuni esperti, è solo verso i dieci anni che il Barolo si ap­prezza in pieno, con il suo gusto vellutato, ricco e completo. Il suo bouquet ricorda i profumi di viola e rosa canina appassita, sfumati da un sentore catramoso piacevole denominato goudron e da altri aromi fruttati. Il colore è rosso rubino granato, che con il passare degli anni tende ad assumere toni aranciati. Undici sono le zone da cui proviene il Barolo DOCG: i comuni di Barolo, Castiglion Falletto, Monforte, Serralunga d’Alba, Cannubi, Cerequio, Brunate, La Morra-Annunziata, Verduno, Santa Maria, più la cosiddetta zona mista che comprende terreni di paesi diversi, coltivati intorno a Barolo.

Le caratteristiche del vino variano a seconda delle aree di produzione. che ne influenzano la struttura, la longevità e il bouquet, nel quale prevalgono di volta in volta profumi di tartufo o di nocciole. di spezie o di confetture, di frutta o di liquirizia.

Gavi

Situata nell’Alessandrino, la zona collinare di Gavi è famosa per la produzione di un vino bianco omonimo. Il Gavi o Cortese di Gavi si sposa perfettamente con i piatti a base di pesce, siano es­si antipasti, primi piatti o salse.

Prodotto interamente con uve del vitigno Cortese, il Gavi ha ot­tenuto la denominazione DOC nel 1974. La zona di produzione ha come confini i comuni di Gavi, Carrosio, Bosio, San Cristoforo e Tassarolo, situati tra Alessandria e Genova, molto vicini al confine con la Liguria. Si tratta di un’area collinosa che raggiunge un’altezza minima di 200m e una massima di 400m. La produzione annua è di circa 15.000 ettolitri di vino.

Il Gavi ha un colore da giallo paglierino a paglierino chiaro, a seconda dell’annata e della vigna, con riflessi verdolini; bouquet tenue ma delicato e continuo, molto caratteristico; sapore grade­vole, fresco e secco, con un leggero retrogusto di mandorle ama­re. La gradazione alcolica minima complessiva è di 10,50, l’acidità totale minima è del 5 per mille e l’estratto secco netto minimo e del 15 per mille.

Colli Tortonesi

Nella ridente fascia collinare piemontese che da Tortona a Staz­zano lungo il torrente Scrivia si spinge per alcuni chilometri verso ponente, con le uve rispettivamente di Barbera e di Cortese si producono alcuni rinomati vini, noti appunto come Barbera e Cor­tese dei Colli Tortonesi.

Il Barbera dei Colli Tortonesi, DOC dal 1974, viene prodotto con il 100% di uve Barbera, con facoltà di impiego di Freisa, Bonarda e Dolcetto fino a un massimo del 15 per cento. Ha un colore rosso rubino piuttosto carico, che con l’invecchiamento si attenua assumendo riflessi granata. Il bouquet è gradevolmente vinoso, con persistente profumo caratteristico. Il sapore è secco, fresco, vivace, sapido e robusto e con l’età si affina e diventa pieno, ro­tondo e armonico. La gradazione alcolica complessiva minima è 12; l’acidità totale minima è del 6 per mille, mentre l’estratto secco netto è del 21 per mille. Se possiede una gradazione alcolica di 12,5 e invecchia per due anni presso il produttore può portare la dicitura «superiore» ed essere venduto in bottiglie da 750 cc con tappo di sughero.

READ
Il Barolo Vino aristocratico

Il Cortese dei Colli Tortonesi è un vino giovane, da bersi possibil­mente entro un anno dalla produzione, che ben si accompagna ad antipasti magri, paste asciutte e risotti con salse al pomodoro. La zona di origine si estende da sud a est di Tortona. Il Corte­se dei Colli Tortonesi viene prodotto esclusivamente con uve Cor­tese. Ha un colore paglierino chiaro con riflessi verdognoli, un bouquet delicato, gradevole e piacevolmente persistente, un sa­pore gradevolmente secco, fresco, leggero, con una punta di man­dorla amara. La gradazione alcolica complessiva minima è 10,50; l’acidità totale minima è del 5,5 per mille, mentre l’estratto sec­co minimo è del 14 per mille.

FATTORI CHE INFLUENZANO GUSTO E QUALITÀ (Langhe)

Collocazione

Zona del Piemonte compresa all’incirca fra le valli del Tanaro e della Bormida e chiusa a sud dall’Appennino ligure.

Clima

Gli inverni sono rigidi con nebbie frequenti che risalgono dalle valli. Le estati sono calde ma non eccessivamente e in questo periodo la grandine può danneggiare l’uva. I lunghi autunni consentono di coltivare con molto successo le uve Nebbiolo dalla maturazione tardiva.

Aspetto

E un’area collinare, la cui altitudine digrada da un massimo di 700-800 m a circa 400 m. Le uve vengono coltivate sui pendii che assicurano drenaggio e insolazione buoni.

Terreno

I terreni variano spesso la loro composizione da una collina all’altra; il tipo predominante è quello calcareo-marnoso che può essere frammisto a sabbia e argilla.

Viticoltura e vinificazione

I grandi vini rossi della zona hanno sofferto in passato del lungo invecchiamento in capaci botti di legno, dovuto al fatto che il produttore imbottigliava solo quando aveva venduto il vino. Oggi le cose sono cambiate e molti vini sono imbottigliati al momento ottimale.

Vitigni principali

Barbera, Nebbiolo, Dolcetto.

Vitigni secondari

Arneis, Moscato bianco, Freisa, Bonarda.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

#Adv #Adv
error: Content is protected !!