Food – surgelati negli anni 50-60
Rivoluzione in cucina
“Scaldare e servire” è diventata la parola d’ordine; le “domestiche della fabbrica” fanno tutto il resto
Gli americani ogni anno consumano vivande congelate precucinate per un valore di oltre 600 milioni di dollari; la maggior parte di tali vivande è contenuta in recipienti che dal forno possono andare direttamente in tavola per poi finire nel bidone delle immondizie. Se una cucina così affrettata avrebbe fatto inorridire le nostre nonne, delizia invece la massaia moderna che può preparare i pasti quotidiani per una famiglia di quattro persone in un’ora e mezzo e anche meno. Qualche anno fa le sarebbero state necessarie cinque ore e mezzo.
La necessità di risparmiar tempo è dovuta al cambiamento avvenuto nella vita della donna americana. Oggi la massaia non fa soltanto da mangiare, ma conduce i bambini a scuola, va in auto alla stazione per accompagnare il marito che lavora in città, fa parte di numerosi comitati. E, cosa ancora più importante, oltre 22 milioni di donne americane lavorano fuori dalle pareti domestiche e quando rincasano non hanno nessuna voglia di rimettersi a lavorare in cucina per qualche ora.
Questo forte aumento nel consumo di cibi « pratici » ha rivoluzionato le abitudini alimentari degli Americani.
L’impresa che più ha contribuito a questa rivoluzione è stata la General Foods Corp., una delle più grandi ditte alimentari del mondo, che l’ha provocata con il suo vasto assortimento di cibi congelati, Birds Eye (*), che è tutt’oggi la marca più importante.
Dalla minestra al sukiyaki.
Nei nuovi supermercati americani 30 metri di banchi sono riservati alle vivande congelate. Vi si possono comprare 100 diverse qualità di miscele già pronte per la preparazione di dolci e biscotti, una cinquantina di cibi già preparati per i bambini. La massaia può comprare le patate congelate, precucinate in diversi modi: in purea, fritte, al burro e prezzemolo, alla crema, ripiene al forno, in crocchette. Può scegliere tra una ventina di pasti completi, già pronti, comprare decine e decine di verdure congelate, minestre che vanno dalla crema di pomodoro alla zuppa cinese wonton.
Tutto questo ha molto esteso i gusti alimentari degli Americani, ha fatto nascere il gusto dei cibi esotici. Una ditta della California l’anno scorso ha congelato più di 900 mila chili di carciofi.
Molti ristoranti famosi hanno cominciato a servirsi dell’armadio congelatore. Lo Chambord, uno dei più raffinati e più cari ristoranti di New York, ha una vasta scelta di piatti francesi congelati tra cui la bouillabaisse alla Marsigliese, il soufflé Gran Marnier e la faraona Perigourdine allo sherry, con tartufi, foie gras e riso al brandy. Schrafft offre manzo al vino rosso con fettuccine e pasticcio di pollo e funghi ricoperto di pasta al formaggio.
Altre ditte che preparano cibi congelati vendono minestra di coda di canguro, sukiyaki (carne e verdure cucinati alla maniera giapponese), enchiladas (carne, formaggio e salsa piccante alla messicana), shish kebal (agnello e verdure cucinati e serviti su spiedini) e pollo al curry.
La vendita di questi cibi esotici negli Stati Uniti è più che raddoppiata dal 1954 e l’anno scorso ha superato i 150 milioni di dollari. Quanto costa alla massaia americana questo nuovo e comodissimo metodo d’approntare un pranzo? Un’indagine compiuta dal ministero dell’agricoltura USA ha dimostrato che se un consumatore comprasse generi alimentari normali per un valore di 100 dollari (62.000 lire) spenderebbe soltanto 61 cents di meno (370 lire) che se avesse comprato le equivalenti vivande precucinate.
Come molti altri fabbricanti di prodotti alimentari, la General Foods si è resa conto che non è conveniente mettere in vendita vivande precucinate per le quali non sia più necessario alcun lavoro, perché le massaie avrebbero l’impressione che in tal caso verrebbero meno ai loro doveri di donne di casa. Perciò la ditta lascia che la massaia aggiunga uova a quasi tutte le miscele per dolci, offre piatti di portata ai quali la donna di casa può aggiungere i contorni che preferisce. Ne risulta che molte massaie accettano le vivande precucinate come piatto forte, come punto di partenza per le loro varianti.
Sono allo studio metodi migliori per impacchettare, congelare, miscelare e cucinare le vivande. Un nuovo metodo di congelamento-essiccamento permetterà di sostituire molti degli attuali cibi congelati con cibi disidratati che non avranno bisogno d’esser tenuti nel congelatore. La donna di casa sarà forse presto in condizioni di fare come i grandi alberghi e ristoranti, molti dei quali, in soli due minuti, portano una pietanza dal congelatore alla tavola, grazie alle nuove cucine a raggi infrarossi.
(*) Dal nome di un biologo del Massachussetts, Glarence Birdseye, che ideò il primo procedimento industriale per il congelamento rapido e costituì l’azienda che ha fondato l’industria dei cibi congelati.
Piatti surgelati anche per i buongustai italiani
Ravioli al ragù, cannelloni alla crema, piccata di limone con purea e piselli, o se si vuole addirittura un pranzo completo in un solo involucro, sono oggi a disposizione del consumatore italiano, nei supermercati, nei grandi magazzini e in alcuni negozi alimentari.
Presentati per la prima volta nel settembre del 1959 alla Mostra delle Conserve di Parma, i piatti surgelati destarono molta curiosità. Le prime vendite sperimentali, a Roma e a Milano, dimostrarono che anche la massaia italiana sapeva apprezzare il pranzo surgelato da portare in tavola in mezz’ora. Per la loro praticità, sono stati adottati da non poche mense aziendali; nei grandi complessi industriali l’impiegato e l’operaio possono scegliere fra circa sette primi piatti e sei pietanze, variando la lista a proprio gradimento.
È facile prevedere che la varietà dei piatti surgelati aumenterà rapidamente. La Simmenthal Meridionale ILCA, oltre alla produzione di piatti surgelati, provvede alla loro conservazione nel trasporto e nei luoghi di vendita mediante una adeguata « catena del freddo. » « Ma nel giro di cinque anni » asserisce il direttore generale della Surgelati Italiani, una ditta che ne cura la diffusione, « con una pubblicità informativa sulla qualità, sull’igiene e sul risparmio di tempo dei prodotti surgelati, l’Italia ‘aggiungerà la produzione e il consumo dei paesi più evoluti. » Ma la massaia non si allarmi; potrà seguitare a preparare i suoi manicaretti e, all’occasione, usare i cibi surgelati risparmiando tempo e fatica.