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Enciclopedia insalata Dizionarietto e condimenti

ENCICLOPEDIA / INSALATA

L’INSALATA: L’ORIGINE DELLA PAROLA

Il Dizionario Enciclopedico Italiano definisce « insalata » la pietanza di verdure fatta con erbe che crescono spontanee nei campi; poco prima, alla voce « insalare » si dice che tale verbo significa mescolare con sale un cibo per dargli sapore. Magari arbitrariamente, ma non troppo, noi possiamo sostenere che se la parola insalata deriva dal verbo insalare, allora pressoché tutti i cibi che mangiamo sono insalata.

E non siamo tanto lontani dal vero, poiché ormai i piatti misti, e quindi insalati e mescolati, a base di verdure cotte e crude, di carni e prosciutti, di paste asciutte di tutte le forme, sono entrati nella nostra cucina quotidiana. Il fatto certo, comunque, è che nel nostro paese l’insalata è un piatto antico, tanto che è usato in molti dialetti in senso metaforico. E, ancora, ad ogni varietà di insalata, corrisponde nelle diverse regioni un nome « locale ».

Esistono, riferiti all’insalata, detti particolarmente simpatici, che qui vorremmo ricordare. Uno è la massima cui dobbiamo attenerci nel preparare un piatto di verdura fresca e croccante: « ben salata, poco aceto, ben oliata… e da un pazzo rivoltata! ». L’altro, gradito alle signore che si sono imposte una ferrea dieta nella speranza di perdere qualche chilo, sostiene che « l’insalata non fa collottola », cioè non fa ingrassare.

E a questo proposito vale ricordare che in Toscana si chiama « insalatina » il gioco da ragazzi già noto come « cavallina », cioè il salto che si fa sulla schiena degli amici che stanno piegati, con le mani appoggiate alle ginocchia. Un gioco, ovviamente, che richiede agilità e asciuttezza di forme. Il che dimostra, ancora una volta, che tutti riconoscono all’insalata il grande merito di non far aumentare di peso.

VALORE NUTRITIVO

Le sostanze nutritive contenute negli alimenti sono state suddivise in due categorie: sostanze nutritive primarie (proteine, glicidi, lipidi) e sostanze complementari indispensabili (vitamine, minerali). Accanto a queste ci sono sostanze aromatiche e cellulose che non sono « nutritive » nel senso vero e proprio della parola, ma che servono a stimolare l’appetito, facilitando al tempo stesso il funzionamento dell’intestino.

Le verdure fresche usate per fare l’insalata offrono dunque alla nostra alimentazione tutta una serie di vantaggi, dato che si trovano, per così dire, a cavallo tra le sostanze complementari e quelle aromatico-cellulose. Esse, infatti, contengono un’altissima percentuale di acqua (nella lattuga questa raggiunge addirittura il 95%) e sono quindi molto fresche e piacevoli al gusto.

Contengono, inoltre, una notevole quantità di importantissime vitamine (C, B, E, K) oltre a una buona dose di sali minerali. Il songino, tanto per fare un esempio, contiene 50 mg di vitamina C su circa 100 gr di peso e il crescione, addirittura, circa 80 mg. Tra l’altro, nell’insalata verde si trova anche il carotene, indispensabile alla nostra alimentazione.

E poiché stiamo parlando di contenuto vitaminico, aggiungiamo qualche cosa sui grassi. Se è vero che un’insalatiera piena di lattuga o di scarola non fa ingrassare, è altrettanto vero che ciò dipende da come questa insalata è condita: infatti, 100 gr di insalata non condita liberano 20-25 calorie, ma il condimento che si aggiunge, da solo, libera 80-100 calorie.
Quindi, magri sì, con l’insalata, ma poco condita!

Un altro vantaggio offerto dalle insalate verdi è costituito dall’alta percentuale di cellulosa e pectina in esse contenuta: entrambe infatti stimolano gli scambi nutritivi e neutralizzano gli acidi della digestione e dell’assimilazione di protidi, lipidi e glicidi. È evidente da quanto detto sin qui, che le insalate sono poverissime di protidi, lipidi e glicidi.

Le foglie verdi contengono, tra l’altro, piccole quantità di albumina e di carboidrati, a seconda delle qualità. Questo fatto è da tener presente per variare ed alternare con le stagioni le diverse qualità di questa preziosissima « erba », necessaria soprattutto in inverno e primavera, poiché assicura al nostro organismo parte della necessaria razione quotidiana di vitamine e sali minerali: l’optimum è un consumo quotidiano di 100-200 gr di frutta e 75 gr di verdura.

Questi dati, forniti da una accurata indagine della Commissione per l’alimentazione della Comunità Economica Europea debbono essere ritoccati in aumento in certi casi: per gli adolescenti, per le donne in attesa di un bimbo e nel periodo dell’allattamento, poiché frutta e verdura contengono calcio e vitamine; per coloro che lavorano in ambienti surriscaldati, poiché il loro organismo necessita di acqua e di minerali; per chi è colpito da malattie infettive ed ha necessità di sali minerali e vitamine. Le verdure cotte e crude, dunque, costituiscono un elemento indispensabile dell’alimentazione; solo quando è assicurata la razione ottimale si può includere nel pasto la patata, che non è sostitutiva delle altro verdure.

Sottolineiamo ancora l’importanza della funzione alcalina svolta dalle verdure fresche, che controbilanciano efficacemente l’effetto acidificante della dieta ricca di grassi animali, così diffusa ormai nella « civiltà alimentare » moderna e causa delle più note malattie che affliggono le cosiddette società affluenti. Prima di concludere il capitolo propriamente dietetico delle verdure — base per eccellenza di ogni’ tipo di insalata — occorrerà ricordare che per salvaguardare il contenuto vitaminico-minerale delle verdure cotte, si debbono osservare due regole: cuocerle in poca acqua e versarle in acqua bollente.

Seguendo queste due regole si evita di disperdere con la cottura gli elementi tanto necessari al nostro organismo. Le cifre che riportiamo sono indicative al proposito.

Percentuale di perdita di vitamine
* patate cotte in acqua fredda : non pelate 49% – pelate 64% * patate cotte in acqua calda : non pelate 37% – pelate 42%

Per le verdure verdi, si deve tenere presente che esse non debbono cuocere troppo, per non perdere il loro contenuto vitaminico, come dimostrano le cifre qui riportate.

Percentuale di perdita di vitamine
lunga cottura 55-75% – breve cottura 25-45% -; pentola a pressione 20-40% – ; cottura al forno 30-40% –

I REQUISITI E LA PREPARAZIONE

Ma ritorniamo a sua maestà l’insalata, che da secoli porta al suo apparire sulla tavola una nota di delicatezza e di allegria, perché è leggera, colorata, gradevole, rinfrescante. Essa occupa un posto di tutto rispetto ad ogni portata: come antipasto stimola l’appetito, come primo piatto (mista ad altri gustosi componenti) fa bella figura, come accompagnamento al secondo piatto costituisce un piacevole intervallo per il nostro stomaco, che deve mettersi al lavoro, e contemporaneamente permette di fare onore al formaggio e alla frutta.

Vediamo un po’ come si prepara l’insalata. Innanzitutto occorre acquistare cespi freschissimi ed evitare di conservarli troppo a lungo, anche se in luoghi freddi, poiché il loro valore nutritivo diminuisce col passare del tempo (anche la rosa appassisce, no?!}. Come si lava? Si super-lava.

Non c’è nulla di più antipatico che masticare granelli di oscura origine, rimasti tenacemente attaccati proprio al boccone che stiamo gustando, a causa della trascuratezza della lavatura, operazione tutto sommato rapidissima, soprattutto se si ha l’apposito cestello-centrifuga che asciuga l’insalata.

L’insalata andrebbe mondata e preparata poco prima di essere portata a tavola. Ma se per ragioni di tempo questa operazione deve essere fatta in anticipo, ecco un sistema per non farla avvizzire: lavare accuratamente foglia per foglia, e rilavarle insieme due volte, con l’apposito cestino. Strizzarle col classico strofinaccio e poi, col medesimo, fare un fagotto a quattro nodi e infilarlo in frigorifero: le foglie si manterranno perfettamente lisce e conserveranno il « eroe-eroe » che distingue l’insalata fresca da quella che non lo è.

Se alla classica insalata verde si aggiungono altre verdure come zucchine, carote, cipolle ecc., anch’esse da preparare in anticipo, il segreto per avere tutto croccante è presto svelato: lavare e asciugare le verdure (tagliarle se si vuole) e metterle in frigorifero, almeno due ore prima di servirsene, dentro ad una bacinella con acqua e cubetti di ghiaccio.

Al momento di preparare il piatto queste verdure avranno l’aspetto e il sapore della verdura appena colta dall’orto! Sempre per quanto riguarda le insalate in genere, c’è un altro piccolo accorgimento, che abbiamo tranquillamente mutuato dagli inglesi: come quelli fanno bollire l’acqua per il tè sempre nella medesima teiera di alluminio, così le nostre insalate debbono essere condite sempre nella stessa insalatiera, che col passare del tempo si impregna dell’odore del condimento.

Gli inglesi, la loro teiera per bollire, non la lavano mai e quando le incrostazioni dei sali contenuti nell’acqua bloccano ormai i fori del beccuccio, la buttano via: noi ovviamente non suggeriamo di seguire questo sistema. Ma la fedeltà alla insalatiera è importante.

Una volta che la nostra insalata è stata mondata, lavata, asciugata e posta nell’apposita insalatiera, non resta che condirla, tenendo presente che qualsiasi condimento o salsa deve valorizzare l’insalata e non stravolgere il suo sapore. Questo, naturalmente, se si vuole mangiare solo un piatto di verdura fresca. Se invece si vuole fare qualche cosa di diverso, colorato, allegro, allora non c’è che l’imbarazzo della scelta: l’unico elemento invariabile, di ogni e qualsivoglia insalata mista, è e rimane il sale.

Infatti, possiamo variare la qualità dell’olio, più o meno saporito, più o meno grasso, del Garda o delle Puglie, ligure o toscano. Possiamo ancora scegliere tra il limone (particolarmente indicato per la lattuga) e l’aceto. E, per l’aceto, possiamo scegliere tra quello rosso, quello bianco, quello di champagne, quello balsamico, quello aromatico, e chi più ne ha più ne metta.
Oppure possiamo addirittura sopprimere olio e aceto e mettere salse, creme, yoghurt ecc.

L’ACETO

Abbiamo detto che la lattuga si sposa magnificamente col limone. Ma non tutti gradiscono il succo di questo prezioso frutto, così come non molti apprezzano l’insalata di arance.
Ma l’aceto, quello, piace quasi a tutti. Aceto deriva dal latino acetum, derivato a sua volta da acer, che vuoi dire acre. Prodotto dalla fermentazione di liquidi alcoolici, come ad esempio il vino, l’aceto era noto già nell’antichità.

Plinio racconta che i soldati romani lo bevevano diluito nell’acqua per dissetarsi durante le lunghe marce per la conquista di nuove terre e nuovi popoli. Ma anche Ippocrate e Galene ne accennano ripetutamente. D’altronde già il grande Grazio (65 a.C.-8 a.C.), nelle sue « Satire », per indicare lo spirito mordace dei romani usava l’espressione « a-ceto italico », proprio perché il sapore dell’aceto buono, naturale, ha un piacevole odore di acido, ricreante e nello stesso tempo spiritoso, senza per questo essere assolutamente irritante.

Nel medioevo la fabbricazione dell’aceto, divenuta più complessa, avveniva attraverso un procedimento quasi misterioso, che si tramandava di padre in figlio, tanto che a Firenze, nel 1394, venne costituita una corporazione di « acetari » riconosciuta giuridicamente. Col passare dei secoli, tra l’altro, alchimisti e medici riconobbero all’aceto, sottoposto a diversi trattamenti e mescolato con altre sostanze e liquidi, proprietà portentose dal punto di vista curativo. Ma ritorniamo all’aceto da condimento. Come riconoscere quello buono da quello scadente?

Abbiamo detto che l’aceto buono ha un piacevole odore di acido, né forte né disgustoso; il colore, inoltre, deve essere quello del vino che lo ha prodotto, deve essere limpido e trasparente (per fare la prova basta travasarlo da un recipiente all’altro: se non è vischioso è di buona qualità). Quanto all’aceto ottenuto dal vino bianco, deve essere più o meno giallognolo.
Con l’aceto bianco si possono ottenere, in casa, ottimi aceti aromatici, che consentono di variare il gusto delle insalate. Il procedimento è molto semplice: basta mettere nel recipiente dell’aceto l’erba preferita (basilico, rosmarino, mentuccia, prezzemolo, salvia) oppure peperoncino, cipolla ecc., ed esperio alla luce del sole per due mesi: il risultato è un aceto saporito, gustosissimo.

Per quanto riguarda gli aceti aromatizzati, però, occorre ricordare che non vanno usati troppo spesso, perché il loro sapore può stancare (se se ne hanno di due o tre tipi si cercherà di alternarne l’uso facendo però molta attenzione all’accostamento dei sapori). Per quanto riguarda la dose, vanno versati con parsimonia, poiché poche gocce servono a dare sapore a notevoli quantità di verdura. Degli aceti fabbricati in Italia è particolarmente famoso quello di Modena, noto da secoli col nome di aceto balsamico.

Esso si ottiene introducendo il mosto dell’uva in fiaschi e barili che già hanno contenuto aceto: il processo di inacidimento è molto lungo, circa 25 anni. Al termine dell’invecchiamento dalla botte o dal contenitore usato per la conservazione esce un liquido piuttosto denso, nero-giallo, fortemente acido e con un gusto finale dolcigno, di aroma tutto particolare.

Famoso è anche l’aceto aromatico preparato nei tempi andati dalla Farmacia di S. Maria Novella in Firenze, ottenuto con foglie secche di melissa, menta piperita, rosmarino, salvia, aglio e aceto.
Tra l’altro l’aceto, oltre ad essere un buon condimento, è anche un ottimo conservante, poiché impedisce la decomposizione: per questa ragione è usato nelle conserve di legumi, peperoni, funghi, ed anche per la conserva delle carni.

PER CONCLUDERE…

Abbiamo fatto un rapido, e speriamo simpatico, viaggio attraverso le foglie dell’insalata. E qui ci riallacciamo a quanto detto all’inizio.
Tutto è insalata. Quindi, al di là delle verdure fresche e di quelle cotte, tutti o quasi tutti gli ingredienti che usiamo in cucina possono servirci per preparare piatti gustosissimi, inconsueti, addirittura esotici, comunque nuovi: formaggio, prosciutto, carne, riso, pasta, frutta, tutto può servire. L’insalata è il tuttofare, il test che prova la fantasia, il buon gusto, l’estrosità e il giusto palato della vera cuoca. Ci sono insalate miste che si realizzano tranquillamente con gli avanzi (e quindi la cuoca dimostra la sua intelligenza e capacità di sfruttare tutto e non buttare via nulla di quello che il suo frigorifero contiene).

Ci sono insalate che, al contrario, richiedono lunga, apposita preparazione, come ad esempio quelle a base di pesce (anche se oggi abbiamo la possibilità di usare, in tutta tranquillità, i surgelati e i precotti in vendita nei grandi negozi e nei supermercati). È evidente che queste « elaborazioni » solleticano non solo il palato ma anche la vista delle « forchette » più intransigenti. Anche delle « forchettine », cioè dei nostri bambini, spesso così svogliati e sempre desiderosi di sapori nuovi: una bella insalata mista, nella quale abbiamo l’accortezza di mettere gli elementi proteici indispensabili può spesso risolvere il problema del bambino che non ha mai voglia di mangiare o che rifiuta i cibi più nutrienti. Affidiamoci dunque alle insalate di tutti i generi, di tutti i tipi, sapendo che, con il loro aiuto, possiamo sempre movimentare un pasto per l’ospite” improvviso o per la festa tra amici.

DIZIONARIETTO DELL’INSALATA

Cicoria asparago o di Catalogna: si presenta sotto forma di grossi cespi dalle foglie strettissime, molto lunghe, frastagliate ai margini e sorrette da una costola robusta e carnosa di colore bianco-verdastro.’È commestibile solo cotta.

Lattuga a cappuccio: si presenta in cespi di forma tondeggiante, costituiti da grandi foglie che si sovrappongono le une alle altre, chiudendosi intorno a un cuore centrale; ve ne sono molte qualità che possono essere di colore verde chiaro, verde striato di rosso o verde scuro. Si trova in commercio tutto l’anno.

Cicoria belga: ha foglie bianche appena sfumate di giallo sulle punte e avvolte strettamente le une sulle altre in modo da formare un cespo allungato e compatto.
Cicoria comune da taglio o spadona: ha forma stretta e allungata, colore verde intenso e sapore amarognolo-; viene venduta a mazzetti ed è ottima quando è giovane.

Cicoria riccia o indivia: ne esistono diverse varietà caratterizzate tutte da un -fitto fogliame più o meno ricciuto (vi è anche l’indivia « ricciutissìma ») di colore verde piuttosto chiaro con cuore centrale quasi bianco.

Cicoria scarola: si presenta in cespi di diametro anche molto largo, con foglie allungate provviste di venatura centrale piuttosto carnosa, Sono tenerissime e croccanti soprattutto le foglie centrali.

Lattuga romana: si presenta in cespi di forma allungata, con cestole spesse e bianche; le foglie possono essere, secondo la qualità, verde chiaro, verde scuro o verde striato di rosso bruno.

Lattughino da taglio: insalata primaverile te-nerissima e precoce. Le foglie possono essere verdi o rosse, lisce o ondulate.

Songino: cresce spontaneamente nei prati all’inizio della primavera, ma può anche essere coltivato; presenta foglie piccole e ovali che si dipartono da un cuore centrale. Se raccolto al primo stadio dello sviluppo è dolce e tenerissimo.

Radicchio di Castelfranco: presenta foglie larghe tondeggianti con una colorazione variegata che va dal bianco al giallo, al rosato e al rosso rubino.

Cicorietto o radiano: ha foglioline strette e allungate che non superano i 5-6 centimetri di lunghezza; viene raccolto nella prima fase dello sviluppo ed è/ perciò la varietà più tenera di cicoria.

Crescione: è un’insalata che cresce spontaneamente lungo i fossati in primavera e in estate; presenta foglie piccole, di forma ovale, di colore verde smeraldo e dai contorni irregolari. Il sapore è leggermente amarognolo.

Radicchio di Treviso: presenta foglie strette e allungate di colore rosso intenso con co-stola centrale bianca e piuttosto carnosa. È molto croccante ed ha un gusto leggermente amarognolo.

Radicchio di Verona: è simile al radicchio di Castelfranco ma le foglie presentando un colore rosso più intenso, solo leggermente variegato.

I condimenti di base

Condire l’insalata: un’operazione in sé semplicissima, ma che richiede alcuni accorgimenti assolutamente non trascurabili se si desidera un piatto ben riuscito. A questo scopo, prima di iniziare la parte delle ricette, abbiamo voluto fare il punto sui condimenti più usati descrivendoli, per maggior chiarezza, sotto forma di ricettine.

Condimento al formaggio

Ingredienti per quattro persone: due cucchiaiate di formaggio tipo gorgonzola, Roquefort o robiola piccante, cinque cucchiaiate d’olio d’oliva, una cucchiaiata di succo di limone, un cucchiaino raso di sale, un pizzico di pepe. Il tempo necessario: circa cinque minuti La difficoltà: D
Schiacciare il formaggio in una ciotola, unire il sale, il limone, il pepe è amalgamare bene. Versare l’olio, mescolare e condire l’insalata. Adatto per insalate crude.

Condimento all’aceto

Ingredienti per quattro persone: cinque cucchiaiate d’olio d’oliva, due cucchiaiate di aceto, un cucchiaino raso di sale, un pizzico di pepe. Il tempo necessario: circa cinque minuti La difficoltà: D

Mettere in una ciotola il sale, il pepe, l’aceto e sbattere con una forchetta fino a che il sale è sciolto. Aggiungere l’olio, continuare a mescolare; versare sull’insalata e servire. Adatto per insalate crude.

Condimento all’aglio

Ingredienti per quattro persone: cinque cucchiaiate d’olio d’oliva, due cucchiaiate d’aceto, un cucchiaino raso di sale, un pizzico di pepe, uno spicchio d’aglio. Il tempo necessario: circa cinque minuti La difficoltà: D

Strofinare l’interno di una insalatiera con lo spicchio d’aglio. Mescolare in una terrina il sale col pepe e l’aceto, fino a quando il sale sarà ben sciolto. Unire l’olio, versare sull’insalata e servire. Adatto per insalate crude e per l’insalata di patate.

Condimento alla panna

Ingredienti per quattro persone: un uovo sodo, un cucchiaino di mostarda francese (senape) o un pezzettino di radice di rafano grattugiata, un quinto di panna, due cucchiaiate di aceto,
un cucchiaino raso di sale, un pizzico di pepe. Il tempo necessario: circa dieci minuti La difficoltà: D

Schiacciare il tuorlo dell’uovo con la forchetta, unirlo alla senape, al sale, al pepe e mescolare bene. Versare la panna, mescolare e condire l’insalata. Passare da un setaccino sull’insalata, come decorazione, l’albume dell’uovo. Adatto per insalate crude.

Condimento all’arancia

Ingredienti per quattro persone: due cucchiaiate di succo d’arancia, un cucchiaino di succo di limone, un quarto di mela grattugiata, cinque cucchiaiate d’olio d’oliva, un pizzico di senape in polvere, un cucchiaino raso di sale, un pizzico di pepe. Il tempo necessario: circa dieci minuti La difficoltà: D

Sciogliere il sale con il succo d’arancia, il succo di limone e il pepe. Unire la mela grattugiata, la senape e mescolare bene. Versare l’olio, condire l’insalata e servire. Adatto per insalate a base di frutta.

Condimento alla senape

Ingredienti per quattro persone: un cucchiaino raso di senape inglese, cinque cucchiaiate d’olio d’oliva, due cucchiaiate di aceto, un cucchiaino raso di sale.
Il tempo necessario: circa cinque minuti La difficoltà: Q

Versare la senape in una ciotola, unire il saie, l’aceto e sbattere con una forchetta fino a che il sale si è sciolto. Aggiungere l’olio, mescolare, versare sull’insalata e servire. Adatto per insalate crude e cotte.

Condimento al limone

Ingredienti per quattro persone: cinque cucchiaiate d’olio d’oliva, una cucchiaiata di succo di limone, un cucchiaino raso di sale, un pizzico di pepe. Il tempo necessario: circa cinque minuti La difficoltà: D

Mettere il sale col pepe in una ciotola, unire il limone e sbattere con una forchetta fino a che il sale sarà sciolto. Unire l’olio e mescolare bene; versare sull’insalata e servire. Adatto per insalate cotte.

Condimento all’uovo

Ingredienti per quattro persone: cinque cucchiaiate d’olio d’oliva, due cucchiaiate d’aceto, un cucchiaino raso di sale, un pizzico di pepe, un uovo sodo. Il tempo necessario: circa dieci minuti La difficoltà: D

Schiacciare il tuorlo dell’uovo in una ciotola, unire il sale, il pepe, l’aceto e mescolare bene. Versare l’olio, farlo amalgamare e condire l’insalata. Passare da un setaccio l’albume direttamente sulla verdura e servire. Adatto per insalate crude.

Condimento aromatico

Ingredienti per quattro persone: una cucchiaiata di basilico oppure di prezzemolo o di erba cipollina o di dragoncello, tutto ben tritato, cinque cucchiaiate d’olio d’oliva due cucchiaiate di aceto, un cucchiaino raso di sale, un pizzico di pepe. Il tempo necessario: circa cinque minuti La difficoltà: D

Sciogliere il sale con il pepe e l’aceto in una ciotola, unire l’olio e mescolare bene. Versare sull’insalata, cospargere con l’aroma prescelto e servire. Adatto per insalate crude e cotte.

Salsa maionese

Ingredienti per quattro persone: un tuorlo d’uovo, un decilitro di buon olio d’oliva, mezzo cucchiaino di sale, una cucchiaiata di aceto oppure una cucchiaiata di succo di limone. Il tempo necessario: circa venti minuti La difficoltà: DD

Mescolare il tuorlo d’uovo fino a quando si è un poco schiarito; aggiungere il sale e metà dell’aceto o del succo di limone. Versare l’olio incorporandolo prima goccia a goccia e mescolando abbastanza piano; aumentare man mano la velocità e anche la quantità di olio.
Quando la salsa ha preso corpo unire il resto dell’aceto o del limone.

La maionese si può preparare anche nel frullatore, con un procedimento semplicissimo e veloce: versare nel frullatore il succo di limone, mezzo cucchiaino di sale, un uovo intero e un paio di cucchiaiate di olio; chiudere e frullare a bassa velocità per pochi attimi. Togliere il coperchio e aggiungere a filo il resto dell’olio, sempre frullando.

Alla maionese si possono portare alcune varianti aggiungendo degli ingredienti che la rendono più delicata o le conferiscono un aroma particolare: ad esempio si può allungare con qualche cucchiaiata di panna per le insalate crude, oppure insaporire con un poco di polvere di curry, un cucchiaino di paprica, un cucchiaino di senape, una cucchiaiata di prezzemolo tritato, dragoncello o basilico a piacere.

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